lunedì 10 novembre 2014

IN DUE IN MOTO progetto per una storia a fumetti, Alice Milani e Silvia Rocchi





IN DUE IN MOTO
progetto per una storia a fumetti





L’esposizione è una parete-taccuino dove sono riportati i frammenti del viaggio su una motocicletta per i Balcani compiuto da Alice Milani e Silvia Rocchi: una raccolta di appunti, disegni, fotografie, mappe.
Come dice il sottotitolo del progetto, la mostra vuole essere anche uno storyboard per una storia a fumetti in via di sviluppo. Il muro dello spazio espositivo, quindi, è un diario contenente un doppio viaggio: i chilometri percorsi e la creazione di un romanzo a fumetti.
In mostra vi sono 
anche alcune opere extra progetto delle due artiste, per intuire da dove inizia l’avventura!











“Due ex musiciste partono in moto per un viaggio attraverso i Balcani. Vogliono raggiungere un punto sul fiume Drina, che ha dato il titolo alla canzone più famosa del loro unico album (autoprodotto).  Le due protagoniste percorreranno migliaia di chilometri a cavallo di una Virago, fino a che, tra incontri fortuiti e reminescenze dei tempi del liceo, le loro più grandi paure non saranno superate, i loro nodi sciolti.
Ispirato alle avventure estive delle due autrici, questo racconto a fumetti vuole essere come un romanzo di formazione. Qui potete vedere in anteprima le prime dieci tavole del fumetto ed alcuni disegni preparatori.
Perché in moto:
Per poterci spostare dappertutto, come e quando vogliamo
Perché ogni curva sia un piacere
Per essere completamente immerse nel paesaggio
Per sentire il caldo, il freddo e il vento
Per consumare meno benzina
Per non dover dipendere da niente e da nessuno
Per essere costrette a portarci solo l'essenziale
Per essere libere”

Alice Milani e Silvia Rocchi





 Conversazione tra Francesca Pergreffi , Alice Milani e Silvia Rocchi
 autrici di IN 2 IN MOTO

F: Come vi siete conosciute?
Eravamo compagne di classe al liceo.
F:Voi dite che la vostra storia a fumetti vuole essere un romanzo di formazione. Qual è il vostro romanzo di formazione (se c’è né uno)?
A: So che è scontato, ma per me è Il giovane Holden, che ho letto all'età giusta e che si può dire che mi abbia formata. Se invece potessi scegliere un romanzo di formazione a fumetti sarebbe David Boring, di Daniel Clowes.

S: Per me, quello letto al momento giusto è stato Ragazzi di vita di Pasolini.
F: Spiegatemi come affrontate la creazione e lo sviluppo narrativo delle tavole di IN 2 IN MOTO. A quattro mani e due teste o …?
Proprio così, a quattro mani e due teste. Per iniziare abbiamo preso spunto da quello che ci era successo veramente durante il viaggio; non solo da quello che ci era accaduto, ma anche da tutto quello di cui ci eravamo dette durante quelle settimane, che spesso esulava dalle vicende del viaggio. Una volta tornate a casa, avevamo un'idea dei nuclei di pensiero che volevamo affrontare. In base a questo abbiamo costruito un filo conduttore che potesse legare vari episodi e vari personaggi collaterali: quel filo conduttore è stato il gruppo musicale (fittizio) in cui le due protagoniste avevano suonato in gioventù. Questo pretesto ci permetteva di toccare tanti argomenti a noi cari: il valore della creazione artistica, le idee un po' estremiste dell'adolescenza, l'influenza della sfera politica nella vita privata. 

F: Come conciliate le vostre dissonanze stilistiche sulla tavola, le valorizzate o mitigate?
Abbiamo scoperto che a nessuna di noi dava fastidio che l'una mettesse mano ad un disegno dell'altra. Lavoriamo sempre fianco a fianco, in modo che là dove l'una ha un dubbio, l'altra interviene, e le situazioni si sbloccano più facilmente che non se fossimo da sole. Due paia di occhi sono più efficaci che non uno solo: assieme vediamo meglio dove il lavoro funziona e dove non funziona. Le mani si mescolano con una facilità quasi inaspettata, in favore del bene comune del progetto.
F: Da quello che ho intuito dalle vostre affermazioni, la musica ha un ruolo rilevante nelle vostre vite. Il legame disegno–musica è una costante che ritorna sempre, e non mi riferisco solo allo scenario delle autoproduzioni contemporanee.
Secondo voi che relazione c’è tra il disegnare e il suonare? Tra una tavola e una canzone?


A: Non suono, ma mi sono immaginata a far parte dei Tumulto; trasponendo sullo scrivere canzoni tutto quello che penso e sento sul disegnare storie.
S: Mi sono sempre chiesta, per la musica così come per il disegno, che cosa significa mostrare il proprio lavoro o stare davanti a un pubblico e dare nell'immediato il frutto di un lavoro di mesi. Per questo vedo le due cose strettamente connesse.
F: La colonna sonora del vostro viaggio in motocicletta?
Non avevamo stereo, quindi ci siamo dovute adattare a quel che capitava. Si va dalla colonna sonora dei Ghostbusters al turbofolk semi turco ascoltato in un locale di Novi Sad.  Ci siamo perfino imbattute in una serata hardcore in un centro sociale a Lubjana, e lì ci sembrava davvero di essere tornate al liceo. Un'altra sera in Montenegro sul Durmitor un signore suonava l'armonica e cantava con una bella voce, talmente forte ed evocativa che ci ha impressionate.
F: Prossimo viaggio?
A: Sogno di comprarmi una moto come si deve, il resto si vedrà.
S: Vorrei davvero andare ovunque, ma spero di prendermi del tempo per andare in America Latina, prima o poi.








Alice Milani / Pisa,1986. Ha studiato pittura a Torino e si è specializzata in incisione all'ENSAV La Cambre di Bruxelles. Nel 2013 espone a Bologna Non so come sono finita lì – raccolta di impressioni, una serie di incisioni su plastica realizzate durante un periodo di lavoro in Burkina Faso, accompagnate dai testi di Michela Osimo. È cofondatrice del collettivo La Trama, per il quale disegna storie a fumetti all'interno dei progetti Coppie Miste #1 e #2.

Silvia Rocchi / Pisa, 1986. Ha studiato pittura a Firenze e illustrazione a Bologna e Bruxelles.
Nel 2012 esce il suo primo libro a fumetti, Ci sono notti che non accadono mai, canto a fumetti per Alda Merini, per le edizioni Becco Giallo. Nel 2013 esce L'esistenza delle formiche, sulla vita di Tiziano Terzani, sempre per Becco Giallo. Cofondatrice del collettivo La Trama e del progetto Bosco di betulle, attualmente è al lavoro sul libro Il segreto di Majorana.


lunedì 13 ottobre 2014

DOMANDE e RISPOSTE per il progettoRI-FORMA GIULIO ZANET



DOMANDE e RISPOSTE per il progettoRI-FORMA
GIULIO ZANET



Il progetto è una riflessione/visione sulla ricognizione della forma attraverso la pittura, da parte di Chiara Campanile, Agnese Guido, Giulio Zanet.  Poetiche, che con modalità differenti, compiono una destrutturazione della forma che sfocia nell’astrattismo.
I concetti centrali sui quali si sviluppa questo studio sono:

-          Forma
-          Colore
-          Struttura
-          Pittura
-          Decodificazione 
                 Ricezione
 
  
Ad ogni artista coinvolto nel progetto RI-FORMA, porrò le stesse domande, e  loro risponderanno attraverso una registrazione che verrà riportata, fedelmente, nella sezione RISPOSTE

1)      Che cosa è la forma?
2)      Dipingendo che rilevanza dai al colore?
3)      Nella realizzazione di un quadro come ti approcci alla struttura/composizione?
4)      Che ruolo ha la pittura nel tuo fare artistico?
5)      Ti poni il problema della decodificazione?
6)      In che modo deve porsi lo spettatore durante la ricezione delle tue opere?




1) Che  cos’è la forma… la forma è ciò che vado a creare sulla tela attraverso il colore…  la definizione di uno spazio, soprattutto attraverso le linee di contorno… quando e se ci sono… e… potremmo dir e che è la struttura costituzionale determinata dal colore.



2) Dipingendo  naturalmente il colore ha una rilevanza fondamentale… a proposito della forma… il colore può disegnare delle forme… ma allo stesso tempo è  materia informe… quindi ha una potenzialità infinita… spesso è il colore che disegna le forme… da quando ho abbandonato la figura, naturalmente il colore ha avuto un ruolo ancora più determinante… è diventato ancora più protagonista.



3) Nella realizzazione di un quadro ho un approccio molto spontaneo, non mi pongo mai delle costrizioni… in genere comincio sporcando la tela… creando del caos… e pian piano cerco di dargli ordine… lavorando il colore prende forma… la composizione è come un gioco di ruoli, ogni elemento e ogni colore, nel dipingere, deve funzionare per affinità o per contrasto con gli altri.


4) La pittura è tutto… qualche volta… si… disegno e ho anche realizzato qualche lavoro installativo e sto ragionando su lavori dove la pittura diventa più tridimensionale… ma resta pur sempre pittura. Tutto il mio lavoro verte intorno alla pittura. La mia ricerca e il mio lavoro… è un lavoro  sulla potenza delle immagini… mi piace indagare questa potenza sulla non partendo da immagini preesistenti… che sarebbe comunque altrettanto interessante… ma sfruttando la potenzialità, la potenza e la libertà della pittura stessa… resa ancora più forte dal fatto di non essere legata ad immagini reali e riconoscibili.



5) Problema della decodificazione… no… ti devo dire che forse…  sbagliando…  non me ne preoccupo troppo… interpretazione del messaggio da parte del destinatario, è fondamentale… ovviamente… altrimenti si interromperebbe la comunicazione… ma… essendo che io non mi affido ad un codice ben preciso… lascio che il fruitore delle mie immagini abbia a sua volta, la massima libertà a sua volta di interpretare… io cerco di documentare momenti  e riflessioni della vita dell’uomo… della vita quotidiana… mettendo in mondo in modo un procedimento rappresentativo che sfrutta l’ambiguità, l’evidenza, la ripetizione, la variazione, la accettazione la negazione… è come se dessi dei  suggerimenti… come se  raccontassi dei pezzetti di storie mai raccontati… ma non ho messaggi univoci da raccontare.


6) Vorrei che lo spettatore… si approcciasse alle mie opere in modo curioso… spero sempre che chi guarda le mie opere trovi il tempo di porsi delle domande… non necessariamente sulla natura stessa del lavoro … ma che il lavoro sia stimolo di riflessioni altre… ad esempio… cosa che a me interessa…  impossibilità di oggettivizzare le emozioni… oppure sulle eterne contrapposizioni che governano il mondo in modo ineluttabile.



Giulio Zanet
Nasce a Colleretto Castelnuovo nel 1984. Vive e lavora a Milano; tra le sue esposizioni: Master Of Brera, Liu Hiusu Art Museum, Shangai, 2008; HANGOVER, GiaMaArtStudio,Vitulano (BV) 2011; Growing In Lightness, Kaleidoskop, Berlino, 2012; PREMIO LISSONE, Museo d’Arte Contemporanea, Lissone, 2012; CRISES & RISES, Istitut Francais - Palazzo delle Stelline, Milano,2012;  WE HAVE ARRIVED NOWHERE II Transnational Pavillon Venice Biennale, Venezia, 2013; LOVELESS, bipersonale con Michael Rotondi, Spazio Meme, Carpi (Mo), 2013; USE ME, L’Oeil HomeGallery, Lodi, 2014; MULTIPOINT, Galleria SPP, Bratislava, 2014. Tra le sue premiazioni: secondo premio Premio Italian Factory, First Gallery, Roma 2010; finalista Premio Celeste, Bologna, 2011; finalista PREMIO LISSONE, Museo Lissone, 2012.
www. giuliozanet.tumblr.com