CANDY, il glossario dei
sentimenti d’Ilaria Clari
My love is like a seed baby, just needs time to grow, acquerello digitale, china marrone, 17 aprile 2016 |
Se l'asse
cede, se la
voce affonda,
c'è qui
nell'aria, la
parola-ramo
che ci tiene.
voce affonda,
c'è qui
nell'aria, la
parola-ramo
che ci tiene.
Elisa Biagini, Da una crepa
Legata profondamente al disegno ma al contempo,
tanto, come lei stessa rivela, da intrattenere con esso un rapporto d’amore e
odio, di necessità e avversione insieme, Ilaria Clari avverte scalpitante
l’urgenza irrefrenabile di raccontare, attraverso le immagini, qualcosa della
sua storia e, di riflesso, del mondo che la circonda.
La mostra CANDY mette in luce queste due costanti
concatenate: il rapporto ambivalente col disegno e l’esigenza del raccontare a
partire da sé.
Clari si riconcilia con il disegno attraverso la
scelta di riprodurre digitalmente, utilizzando il computer, una tecnica analogica:
l’acquerello.
Le caratteristiche dell’acquerello sono tante, ma
lo ricordiamo principalmente per
l’esecuzione rapida; per la facile trasportabilità dei materiali; per
essere stato utilizzato in passato, per studi di paesaggio, di animali, di guerrieri,
di scene sacre e profane; per effettuare riproduzioni botaniche e scientifiche,
dato che il mezzo può essere utilizzato all'aperto; ultimo ma non meno
importante, per il senso di leggerezza che emana.
Digitalizzare l’acquerello significa, per Ilaria
Clari, ponderare il gesto sfrenato della matita, effettuare una pausa, senza
privarsi del senso della rapidità del tratto, né della sua fluidità.
Dopo aver imbastito il disegno con il computer,
Clari stampa dieci copie per ogni opera sulla carta Modigliani color panna
utilizzata per gli acquerelli. Le accade, però, di non riuscire a tenere a
freno le mani: il titolo dell’opera, il suo nome e il numero di stampa li
incide sul foglio a secco, e in alcuni casi compie degli interventi a china
marrone o nera su alcuni particolari.
Ma scegliere l’acquerello, che ricordiamo è la
tecnica utilizzata per gli studi, significa anche mostrare l’altra costante
della sua ricerca, caratterizzata, come sottolineato dalle sue stesse parole,
dal fatto: “che ogni immagine racconti
qualcosa della mia storia”.
La mostra CANDY è un glossario dei sentimenti.
Ogni lavoro è vocabolo della sfera affettiva che
racchiude la relazione con sé e l’altro.
Interrogandosi e scoprendo a tutto tondo il corpo,
le pulsioni, le paure, i desideri, i dubbi, le accettazioni, la goffaggine,
Clari parte da se stessa e pone l’accento su cosa significhi essere tra,
nella relazione tra due soggetti. “Chi sei tu, tu che non sarai mai me o mio/a,
te che non conoscerò mai a fondo, e per il quale/la quale mai sostituirò me
stesso/a”[1].
Una poetica della relazione, quella della Clari,
incentrata sulla messa a nudo della carne.
Un mondo rosa tenue e zuccherino come le caramelle
– candy - che non sfocia mai nella
leziosità, ma che protende verso l’ospitalità, l'accoglienza dell’altro, nel
rispetto della differenza e delle differenze.
Francesca Pergreffi, febbraio 2017
Do setting sex, acquerello digitale, china marrone, 11 maggio 2016 |
Love is melting, acquerello digitale, china marrone, 8 maggio 2016 |
My thundering sadness, acquerello digitale, china nera, 14 marzo, 2016 |
Fucking on the first date, acquerello digitale, 29 maggio 2016 |
Private oasis, acquerello digitale, china marrone, 28 febbraio 2016 |
Le opere di Ilaria Clari sono in mostra allo Spazio Meme, in via Giordano Bruno 4, a Carpi.
Dal 19 febbraio al 16 aprile 2017.
CANDY- Spazio Meme |
CANDY- Spazio Meme |
CANDY -Spazio Meme |