Chiaccherata tra Francesca Pergreffi e Marino Neri su Cosmo - Libro edito ad aprile del 2016, nella collana Coconino Cult dalla casa editrice Coconino Press.
Francesca: Mi piace l’idea che nel racconto vi sia un’oscillazione
costante tra il reale e il surreale. Vedo un’analogia con gli scritti di Lewis
Carroll, dove mediante un slittamento di visione, il reale viene camuffato, e sfocia nel surreale. Trovo interessante che nella tua
storia questo venga sottolineato da quelle che io definisco pause, che hanno
una duplice funzione quella del coro greco e quella del glossario. Queste pause
utilizzano degli elementi comuni, per esempio il “panettone con uvetta”, per
descrivere delle “sensazioni esistenziali, infondendo un sentore di
immaginifico e surreale. Esse amplificano anche la tua volontà iniziale di
creare una storia per giustapposizioni d’immagini: narri
tramite le illustrazioni.
Marino: Non so se
il riferimento a Carroll sia giusto. Più che “surreale” userei il termine
“straniamento”. Nella storia di Cosmo quello che fa percepire al lettore un
qualcosa di “strano” è il fatto che alcuni personaggi reagiscono in maniera non
“consona” a quello che il lettore si aspetta, creando situazioni e rapporti
imprevedibili. (es. Ofelia non è spaventata dall’arrivo di un ipotetico ladro
in camera sua, ma lo imprigiona all’interno di un armadio). Alcuni personaggi
agiscono con “intenzioni” misteriose e questo crea un senso di incertezza nel
lettore che è costretto ad abbandonare alcuni schemi preordinati. Questo gioca naturalmente contro la “plausibilità” della storia, ma penso
che un lettore debba avere l’umiltà di seguire chi gli sta raccontando una
storia, è una cosa che io da lettore/spettatore faccio spesso e con grande
soddisfazione.
Francesca: Tu non assegni una
moralità ai personaggi del libro, ma gli dai una valenza funzionale, per te
sono elementi strutturanti della storia. In un’intervista hai definito Cosmo
come una pagina bianca, assorbente, aggiungo io, lo capisco. Ma di fatto, e ritorno ad una mia riflessione più generale, credo
che dietro ad ogni gesto creativo ci sia sempre una volontà, una scelta, magari
a volte inconscia. Quindi in questo
frangente non parlerei di moralità, ma cosa c’è dietro ai personaggi?… ed
estendo questo “dubbio” anche alle pause/cori greci.
Marino: Il lavoro sui personaggi che incontra Cosmo è un lavoro “a togliere”
direi quasi d’ “astrazione” questo da a loro una valenza simbolica, il lettore
si chiede se dietro c’è qualcosa d’altro per via di questa tendenza
all’astrazione e il racconto acquista una sorta di trasparenza. Anche i dati
scientifici che ho utilizzato per le “pause/coro” servono per dare un ulteriore
senso di vertigine. È come guardare dentro un telescopio: le immagini per
effetto dell’ingrandimento acquistano una forma nuova. Diventano altro. I dati
scientifici snocciolati per darci più certezze danno un effetto contrario e ci
catapultano in un mondo che non conosciamo più.
Francesca: Dire di più con meno. Mi spieghi come lo attui? Lo noto già nella
tua scarnificazione del segno e in una maggiore pulizia nella tavola
Marino: Per me il fumetto è sintesi. La mia scuola in fondo è quella più
“classica”: quella che parte da Caniff e Sickles o Roy Crane, passa per Pratt,
Micheluzzi, Toth fino ad arrivare ad alcune cose di Mazzucchelli o Jaime Hernandez
(più spostati verso il cartoons). Tutti autori che pensano al fumetto come
riduzione ai minimi termini del bianco e nero e al disegno come una sorta di
“calligrafia”.
Sinossi del libro Cosmo:
Cosimo parla
pochissimo e non ama essere toccato.
Gli adulti
lo chiamano “Cosmo”, per la sua passione per l'astronomia, e dicono che vive
chiuso nel suo mondo. A 15 anni, però, è arrivato il momento di mettersi in
viaggio, inseguire le stelle che si allontanano, incontrare altre solitudini…
Una piccola
grande odissea on the road, tra periferie desolate e campagne, dove poesia e
violenza esplodono improvvise.
Una storia
delicata e piena di domande, dove macrocosmo e microcosmo dialogano
incessantemente e anche gli astri, come gli umani, sottostanno alle leggi
incomprensibili dell'universo.
Marino Neri è nato a Modena nel 1979. Ha pubblicato i graphic novel
“Il re dei fiumi” (2008) e “La coda del lupo” (2011), tradotti anche all’estero
in diversi Paesi. Nel 2012 ha vinto il premio
“Nuove Strade” di Napoli Comicon e Centro Fumetto Andrea Pazienza co-me miglior
talento emergente. Ha tenuto mostre in tutta Europa
e i suoi disegni sono stati pubblicati su numerosi quotidiani e riviste, da
Internazionale a Le Monde.
5/6/16 inaugura la mostra "Cosmo:genesi di un racconto a fumetto" di Marino Neri a cura mia e di Filippo Bergonzini, allo Spazio Meme di Carpi