L’
esposizione, “Cosmo: genesi di un racconto a fumetti”, come si può dedurre dal
titolo, ha l’intento di raccontare il background del fumetto “Cosmo” di Marino
Neri, edito ad aprile del 2016, nella collana Coconino Cult dalla casa editrice
Coconino Press.
Dietro
ad ogni libro a fumetti si cela una lunga ricerca su più fronti da parte
dell’artista: il segno, la fisiognomica, lo studio del colore e del bianco e
nero, l’ambientazione, la composizione formale della tavola, la sceneggiatura,
i dialoghi, l’andamento rimico visivo e narrativo della storia. Con
questa mostra si vuole mettere in luce il lavoro “dietro alle quinte”;
focalizzare l’attenzione su come nascono e s’intersecano gli elementi segnici e
narrativi, per scoprire com’è avvenuta la genesi del libro “Cosmo”.
Le
pareti dello Spazio Meme, di Carpi, con una grande installazione, diventano un ragionato
patchwork visivo che comprende: brani di sceneggiatura; schizzi a matita;
taccuini; fotografie di paesaggi; studi sugli ambienti; una scultura in lattice
di Cosmo - il protagonista, che l’artista ha
utilizzato per copiarne la fisionomia - ; tavole
non inserite nella versione finale del racconto; studi sulle stelle e astri;
libri da cui Marino Neri ha tratto le sue citazioni; studi per il passaggio dal
bianco e nero dei disegni originali al colore delle tavole stampate sulle
pagine del libro; una selezione di
tavole che si ritrovano nel libro e il libro a colori “Cosmo”. Guardando
lo spazio espositivo, l’osservatore può conoscere in che modo Marino Neri ha
affrontato le tematiche che hanno originato il libro: la Genesi, la Scrittura,
la Citazione e l’Ispirazione, i Personaggi, Ambientazione.
La Genesi:
“All’inizio penso che a
guidarmi sia una suggestione. Un’
immagine, una scena, un tono, forse sarebbe meglio dire un’atmosfera. La prima
scena che ho disegnato ancor prima di lavorare alla sceneggiatura è quella in
cui Cosmo si alza dallo scompartimento del treno per nascondersi in bagno. Mi è
servita per tutto il tempo della costruzione del libro come riferimento a cui
ritornare se sentivo di andar fuori strada. Ogni altra scena doveva avere una
“temperatura” simile. Nell’immagine iniziale se ci ripenso c’è già tutto. Il
passo successivo è quello di domandarsi se dietro a questa scena o immagine può
esserci una storia.”
Sfogliando i taccuini, si può percepire
come viene compiuta la tematica della Scrittura:
“Per scoprire dove può andare la storia
devo scrivere. La scrittura di un racconto a fumetti attraverso le tecniche
della sceneggiatura però mi appartiene poco. Non riesco a visualizzare la
storia se parlo di inquadrature, interni ed esterni. La scrittura serve per far fluire idee e personaggi; quindi si tratta più
di un racconto. Il racconto è uno scheletro rafforzato, poi di quello che sarà il fumetto. Il lavoro che verrà dopo è quello di riadattare la scrittura al linguaggio
del fumetto, a volte anche cambiando di molto ciò che ho scritto (spesso quello
che funziona nella scrittura non funziona nel fumetto). Si tratta quindi di un
doppio lavoro, ma non so fare altrimenti. Sarebbe molto più semplice visualizzare subito il fumetto attraverso il
linguaggio tecnico della sceneggiatura. La costruzione di una storia è un lavoro di ricerca, quasi una spy-story
nella narrazione stessa. Penso di lavorare contemporaneamente aggiungendo e togliendo, senza
procedere con una idea ben fissa in testa se non quella della struttura della
storia. L’importante è l’equilibro di tutti gli elementi messi in campo. Arriva
un momento in cui, quasi per caso, le cose che sembravano disarticolate
prendono una forma unitaria. Durante il lavoro al fumetto continuo a prendere appunti su piccoli
quaderni. Mi concedo il lusso di modificare la storia anche all’ultimo se trovo che
l’idea che sopraggiunta è più efficace. Questo dà al lavoro un senso poco
programmatico ma mantiene una buona tensione con il racconto.
Leggendo i passaggi
evidenziati nei libri collocati nel percorso espositivo, ci si può rendere conto di come vengano trattate le tematiche della Citazione e dell’Ispirazione: “Cosmo è un
libro pieno di citazioni. Mi piace riempire i fumetti che faccio con materiale
che nel frattempo leggo o guardo. L’idea delle stelle iniziali, che sono il coro e ci introducono nella storia, mi è venuta mentre riguardavo
“La Vita è meravigliosa” di Frank Capra, anche se in quel caso le
stelle impersonano dei Santi. Il racconto di Ismael sulle “teste” è ispirato al dialogo iniziale del “Woyzeck” di Georg Büchner. Mi
piace pensare che ci sia un legame anche con un altro libro di Büchner, “Lenz”, almeno per quell’idea di “passeggiata dello schizofrenico” che sta alla base del libro. Dal drammaturgo tedesco a Werner
Herzog, regista che amo molto, il passo è breve. Forse nella storia di
Cosmo c’è qualcosa sia del ragazzo trovatello de “L’enigma Kaspar Hauser”che della “Ballata di Stroszeck” senz’altro per la struttura da “road
movie”. L’idea dell’incessante dialogo fra Cosmo e il ragazzo ombra e degli
esercizi di elencazione è lavorata su poche vignette di un vecchio fumetto di
fantascienza “Vic & Blood”
di Corben e Ellison… qui un cane telepate
accompagna un ragazzino attraverso un mondo devastato da guerre. A dire il vero
la struttura stessa di Cosmo potrebbe essere un po’ figlia di questo fumetto. Per la scena dell’assalto dei gatti, può essere che sia stato condizionato
da una breve storia di “Kitaro”
di Shigeru Mizuki… qui un’intera
cittadina è stata scacciata da gatti indemoniati. Nella scena in cui Cosmo è rimasto intrappolato nella rete del pollaio c’è
qualcosa del “Pinocchio” di Collodi, la parte in cui il burattino
rimane preso dalla tagliola del contadino nel campo dove stava rubando l’uva
moscatella.”.
Esaminando la scultura in
lattice Cosmo e gli schizzi fisiognomici si può intuire il lavoro svolto per la
creazione dei Personaggi, che
avviene parallelamente al lavoro di scrittura. “La “psicologia” di un personaggio a volte viene caratterizzata prima
attraverso il suo manifestarsi fisico. Così lo studio degli sguardi obliqui di
Cosmo sopperiscono alla mancanza di parole che il personaggio avrà nel
racconto. Dovrei fare più studi di “character design”. A volte, il perfezionamento di
un personaggio avviene “in corsa”, qualche schizzo prima del lavoro sulle
tavole. Ho sempre amato le pubblicazioni dei libri di Pratt che avevano
all’inizio gli studi meticolosi dei personaggi, vestiti, armi e bandiere. Il
tutto con una precisione da antropologo. Da bambino riempivo i quaderni di
studi di personaggi, con appunti sulle loro caratteristiche fisiche. Per focalizzare meglio la fisionomia di Cosmo ho dovuto costruire un
modellino tridimensionale, grazie al quale ho fissato il volto del personaggio.
Chiunque faccia fumetti sa che una delle cose più difficili e tratteggiare i
personaggi con un’anatomia costante per tutta la durata del fumetto. Ho calcato molto le caratteristiche fisiche di ogni personaggio, esagerando
volutamente nei particolari. Penso che per il fumetto le cose debbano funzionare come per un certo tipo
di teatro dove ogni movimento è esagerato per risultare più efficace, a scapito
anche del realismo. Quindi il clochard ha la faccia tatuata, la ragazzina è rossa e ha le
lentiggini, dei cacciatori uno è grasso e l’altro è magro (come in una classica
coppia comica), il vecchio del cimitero d’auto è quasi cieco.
Per scoprire come venga
esaminato il tema dell’Ambientazione,
si possono osservare le fotografie utilizzate da lui durante il suo processo
creativo. “Quando ho iniziato a disegnare
Cosmo ambientando la sua fuga in una zona rurale di provincia, mi sono accorto
che qualcosa non funzionava. Quello che sbagliavo è che ritraevo una campagna
quasi spoglia da interventi umani. Così ho preso la macchina fotografica è sono
andato in giro. Ho scoperto che in ogni singola inquadratura c’era qualcosa che
“contaminava” la natura, un cartello, un traliccio della luce elettrica i fili
del telefono, un guard-rail, un vecchio silos abbandonato. La commistione di elementi naturali e interventi dell’uomo mi ha colpito
tantissimo. La campagna della pianura padana è ormai un ibrido, piante ed erbacce
crescono di fianco e sopra stabilimenti abbandonati e piloni dell’alta
velocità. Per questa ragione forse il paesaggio dove Cosmo fugge è diventato più
comunicativo di un qualsiasi paesaggio che fa da sfondo ad una storia a
fumetti, quasi come fosse un ulteriore personaggio. Mentre disegnavo Cosmo mi ripetevo spesso in testa il testo di una vecchia
canzone di Lucio Dalla scritta
da Roberto Roversi: “Il paesaggio è un’Italia sventrata dalle ruspe che l'hanno divorata.” La villa di Ofelia, dove Cosmo si nasconde, invece è una vecchia villa
padronale nascosta in una selvaggia macchia verde che cresce nel mezzo di un
campo. È una villa disabitata piena di atmosfera magica, a due passi dalla
tangenziale ma allo stesso tempo proiettata in un altro mondo. Sono riuscito ad
accedervi e a fare un po’ di foto di documentazione grazie ad Andrea Chiesi,
amico pittore, che si è sistemato in un “bassocomodo” di fianco a questa villa. Nella parte in cui si manifesta il pensiero di Cosmo ho voluto liberamente
visualizzare le immagini che potevano formarsi nella sua testa. Quando parla di
animali, quindi, ho pensato di raffigurarli come fossero usciti da pagine di
un’enciclopedia, perché ho pensato che proprio su quelle pagine un ragazzino di
15 anni poteva aver fantasticato. Ho sfogliato quindi vecchi “atlanti degli
animali” e scaricato da Internet immagini di formazioni di nebulose e
galassie.”
L’osservatore vagando attraverso
questa scrivania visiva, pian piano potrà immergersi nell’atmosfera creativa di
Marino Neri e nuotare nell’ universo di Cosmo.
Francesca Pergreffi e Marino
Neri.
Sinossi del libro “Cosmo”
Cosimo parla pochissimo e non ama essere toccato.
Gli adulti lo chiamano “Cosmo”, per la sua passione per l'astronomia, e
dicono che vive chiuso nel suo mondo. A 15 anni, però, è arrivato il momento di
mettersi in viaggio, inseguire le stelle che si allontanano, incontrare altre
solitudini…
Una piccola grande odissea on the road, tra periferie desolate e campagne,
dove poesia e violenza esplodono improvvise.
Una storia delicata e piena di domande, dove macrocosmo e microcosmo
dialogano incessantemente e anche gli astri, come gli umani, sottostanno alle
leggi incomprensibili dell'universo.
Marino Neri è nato a Modena nel 1979.
Ha pubblicato i graphic novel Il re dei fiumi (2008) e La coda del lupo
(2011), tradotti anche all’estero in diversi Paesi.
Nel 2012 ha vinto il premio “Nuove Strade” di Napoli Comicon e Centro
Fumetto Andrea Pazienza come miglior talento emergente.
Ha tenuto mostre in tutta Europa e i suoi disegni sono stati pubblicati su
numerosi quotidiani e riviste, da Internazionale a Le Monde.