sabato 15 febbraio 2014

Michael Rotondi e Giulio Zanet, "Loveless".

Tra cuore e carne – Loveless nasce prendendo spunto dal titolo del celebre disco dei My bloody Valentine, e si sviluppa come una ricognizione su due modi di vivere l’amore: romantico e pornografico.
Michael Rotondi e Giulio Zanet si confrontano e s’interrogano, partendo dal loro vissuto personale, analizzando le loro esperienze passate e presenti. Compongono una sorta di diario visivo della loro intimità e dei loro diversi modi di amare; un’oscillazione perpetua tra cuore e carne.
Le poetiche dei due artisti dialogano e s’intrecciano sulla parete, attraverso un excursus di cento opere, fornendo una visione unica di due approcci amorosi apparentemente antitetici dove il sentimento si “sporca” con l’erotismo e lo “sconcio” diventa amore. Due modi di relazionarsi che, intersecandosi in maniera dialettica, confluiscono in un’unica concezione dell’amare, scoprendosi indispensabili e necessari l’uno all’altro.
Il progetto dei due artisti Michel Rotondi e Giulio Zanet è il simbolo della coralità dell’amore nella pratica e nella visione dell’Arte. Loveless è un pentagramma amoroso che orchestra, in una perfetta armonia, diversi soggetti che generosamente hanno donato la loro esperienza e si son lanciati in una dialettica feconda per amore dell’Arte. Esso è il frutto della relazione, del dialogo, della cura e della condivisione.
È stata una chiamata all’Arte spontanea; gli artisti mettendo al mondo le loro opere hanno suonato una nota e persone coraggiose hanno baciato la loro paura, ponendosi in discussione hanno dato il via a un’amplificazione della nota. L’arte e l’extrartistico si son uniti in un unico meccanismo e hanno acceso il motore roboante della visione artistica.
Loveless è un atto d’amore, la possibilità di coesistenza di più linguaggi in un’unica concordanza; un esempio in cui due artisti, uno scrittore, una curatrice e critica d’arte, una critica d’arte e curatrice, tre grafici, una fotografa e videomaker, hanno creato un legame tra loro, rendendosi necessari gli uni agli altri, parlando il loro linguaggio autonomamente si sono uniti in solo progetto: opere, allestimento, mostra, testi, catalogo, reportage, video.
Lo spettatore avrà un ruolo attivo all’interno del progetto. Infatti, potrà entrare in relazione con le opere e la poetica degli artisti e riflettere sul fatto che “l’opera d’arte – come scrisse Carla Lonzi – è una possibilità d’incontro e un invito a partecipare e (…) se l’arte non è nelle mie risorse come creazione, lo è come creatività, come coscienza dell’arte nella disposizione del bene”.
Loveless è una nota che ha dato il via a un eco di voci che sarà esposta per la prima volta a Carpi allo Spazio Meme, e proseguirà in altri spazi e in altri tempi.

Francesca Pergreffi
settembre 2013


Conversazione tra Francesca Pergreffi , Michael Rotondi e Giulio Zanet.

La scelta dei My bloody valentine come colonna sonora ha un significato particolare?
M.R.: “Il disco “Loveless” è fantastico, uno spaccato generazionale.
Inoltre sia il nome della band che il titolo del loro lavoro più celebre é in sintonia col nostro 
progetto: “Senza amore” e “il mio cuore insanguinato”. Valentina come simbolo del cuore, e della 
sofferenza nel caso del nome della band. My bloody valentine è un documento verbale e poi visivo 
del paradosso amoroso. La conseguenza di una fine che uccide il cuore e per dimenticare reagisce 
o chiudendosi tra le proprie cose o facendo sesso fino a schiacciare e polverizzare il ricordo. Si ha 
avuto amore, si é amato e di risposta a ciò o ci si isola nella malinconia, o si cerca di colmarlo 
attraverso l’eros.”
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Loveless è una provocazione? Il punto di partenza del vostro diario o il punto d’arrivo?
M.R.: “Loveless è provocatorio; è la partenza e l’arrivo; un cerchio.”
G.Z.: “ Loveless è una provocazione. L’amore salverà il mondo” 
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Secondo voi c’è il confine tra carne e cuore?
M.R.: “Quando non c’è, è amore vero”
G. Z.: “Esiste sicuramente un confine tra carne e cuore ma la meraviglia sta nello sconfinamento.”
Dov’è che inizia, se per voi esiste, la fase di “contaminazione” tra l’erotismo e il sentimento? 
M.R.: “Quando si ama si annulla automaticamente l’ eros, la “ sporcizia” e il sentimento . Si 
annullano le tre differenze e diventano una cosa sola.” 
G.Z .: “Erotismo e sentimento si contaminano in continuazione per quanto mi riguarda.”

Nella vostra analisi c’è una definizione, una risoluzione finale, o rimane una vivisezione accurata di 
un disordine emotivo carnale e spirituale; di un’oscillazione a cui ancora a oggi, non vi è una 
formula?
M. R.: “Il disordine é la parola chiave, quello é l’inizio del sentimento e del tutto. Mente nel kaos e 
brividi sulla pelle. Non ci sono formule ma molteplici punti di vista personali, estratti di vita 
vissuta”.
G.Z.: “Non esiste una formula: è un mistero senza soluzione la riuscita degli elementi.”


Maggio 2013








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